20/03/2021, 18:37
In questo mondo così strano ma anche così corporativista, c'è sempre qualcuno a cui devi molto, un calciatore che ti segnalato un compagno giovane e che ti ha fatto fare un bel colpo, un Dirigente che , nel momento del bisogno ti ha dato fiducia. Anche per H2O, arrivò chi gli presentò il conto e che, quasi prendendolo di peso, lo costrinse ad ascoltare un'offerta. Certo, non era di quelle facili, che magari arrivano agli ex calciatori famosi, ne abbiamo di esempi, Gullit, Vialli, Mancini, Seedorf, ma anche Ferrara e Pirlo che si sono ritrovati subito su panchine importanti, per Jean Luc, un vezzo della madre il nome francese, si trattava più di una sfida che di una vetrina, più di un salto nel buio che una certezza, ma , chi lo conosceva bene, sapeva cosa dire, quali tasti pigiare, l'orgoglio misto all'impulso fece il resto. senza sapere nemmeno come si ritrovò a firmare con una sconosciuta squadra dell'est europeo, una di quelle notizie che di solito fanno sorridere, "Allenatore italiano va ad allenare in Ungheria".
Tutto sa di ricerca disperata di lavorare, ma non per lui, per lui l'importante era tornare ad allenare, contro tutto e contro tutti.
Non aveva molto da portare, né tanto meno da lasciare, l'avventura che andava ad intraprendere lo aveva rivitalizzato, così alla partenza verso Békéscsaba, sentiva quella bella sensazione del ritorno alla vita del campo. Certo la squadra non era da prima fascia , forse nemmeno da seconda, ma almeno la città era grande quindi la possibilità di arricchirsi interiormente era alla portata.
All'arrivo fu colpito da due cose, la grande pulizia e quanto fosse conosciuto l'italian style. Arrivare a destinazione fu un viaggio verso l'interno, ma arrivati a , si apriva una città multicolore dove si mischiavano il mondo turco con quello greco.
La firma sul contratto arrivò in poco tempo, ma già incombeva la presentazione alla stampa e, principalmente, ai giocatori e staff societario. Békéscsaba 1912 Előre SE, già la divisa sociale lascia perplessi un viola bianco che ricorda vagamente il Real Madrid degli anni 80.
Tutto sa di ricerca disperata di lavorare, ma non per lui, per lui l'importante era tornare ad allenare, contro tutto e contro tutti.
Non aveva molto da portare, né tanto meno da lasciare, l'avventura che andava ad intraprendere lo aveva rivitalizzato, così alla partenza verso Békéscsaba, sentiva quella bella sensazione del ritorno alla vita del campo. Certo la squadra non era da prima fascia , forse nemmeno da seconda, ma almeno la città era grande quindi la possibilità di arricchirsi interiormente era alla portata.
All'arrivo fu colpito da due cose, la grande pulizia e quanto fosse conosciuto l'italian style. Arrivare a destinazione fu un viaggio verso l'interno, ma arrivati a , si apriva una città multicolore dove si mischiavano il mondo turco con quello greco.
La firma sul contratto arrivò in poco tempo, ma già incombeva la presentazione alla stampa e, principalmente, ai giocatori e staff societario. Békéscsaba 1912 Előre SE, già la divisa sociale lascia perplessi un viola bianco che ricorda vagamente il Real Madrid degli anni 80.
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