25/01/2021, 21:49
La salvezza virtualmente raggiunta ci spinge a provare qualcosa in più per migliorarci. Già, perché nonostante un campionato vissuto sempre in posizioni di tranquillità ci sono aspetti su cui lavorare, nel nostro caso la fase difensiva ancora troppo lacunosa. Lo dobbiamo a noi e a quella parte di critica che un po' per vezzo e un po' con criterio lo chiede a gran voce. Insomma fare spettacolo va bene ma un po' più di attenzione e solidità potrebbe aprirci nuovi orizzonti.
Queste ultime 8 gare serviranno quindi anche a provare nuove soluzioni per rendere il comparto difensivo meno esposto.
Sono sostanziali le modifiche che apportiamo per la gara con l'Atalanta: i fluidificanti passano da automatici (mentalità offensiva) a supporto ed inoltre il loro pressing precedentemente altissimo viene portato al minimo; questo per evitare che si facciano trovare troppo alto con il rischio di essere pressi in mezzo, soprattutto sui cambi di campo.
A centrocampo la mezzala viene sostituita dal carillero e il regista avanzato invece che attacco avrà il compito di supporto.
La gara ci dà risposte che non ci soddisfano più di tanto. La nostra produzione offensiva è nettamente minore del solito, causa l'aver lasciato troppo in mano ai bergamaschi il pallino del gioco. Difensivamente sono arrivate risposte solo parzialmente positive perchè malgrado le statistiche raccontino un numero di tiri maggiori degli avversari, le due squadre a livello di pericolosità si sono equivalse.
Facciamo tesoro delle varie impressioni raccolte cercando di lavorare alla ricerca di una maggiore verticalitá nello sviluppo dei passaggi.
Ma il primo tempo col Napoli non ci regala nulla di buono, anzi siamo noi a offrirci in pasto a Immobile creando i presupposti per il doppio vantaggio azzurro. Il ritorno al classico sistema ci permette la rimonta fino al 2-2 grazie ad un secondo tempo totalmente all'opposto del primo in cui mai avevamo tirato in porta.
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Per la gara con la Spal optiamo per una soluzione con passaggi più diretti, abbassando il ritmo e chiedendo ai centrocampisti di andare più in verticale.
Borrelli è il gran protagonista, anche se il rilassamento finale ci macchia il tabellino.
Contro il Chievo, sorpresa del campionato vista la sesta posizione, riproviamo la tattica utilizzata coi ferraresi. La partita è complicata e combattuta. Malgrado un ottimo primo tempo non troviamo il vantaggio, che arriva invece nel secondo dove paradossalmente soffriamo un po' di più, grazie a una combinazione tra i due centrali difensivi su corner. Siamo matematicamente salvi.
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Arriviamo alla gara col Sassuolo da favoriti. Dopo aver subito lo svantaggio alziamo l'intensità e la ribaltiamo. Cosa che invece non ci riesce con l'Udinese che fa pesare la quinta posizione in classifica. Paghiamo a caro prezzo il gol del pareggio mancato da Borrelli.
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Il gran finale casalingo ci vede affrontare Juve e Roma. Coi bianconeri freschi Campioni d'Italia proseguiamo i nostri esperimenti difensivi che non riusciamo a capire quanto funzionano visto che nei primi due tiri fanno gol. Il primo grazie a un pasticcio tra Alastra e Canestrelli, il secondo su palla inattiva. Abbandoniamo le prove e spingiamo sull'acceleratore con la nostra versione più intensa. Da lì in poi è un'ora di solo Piacenza ma riusciamo solo ad accorciare sul 2-1.
Chiudiamo l'anno in bellezza con un roboante 4-1 alla Roma, partendo ancora una volta con l'handicap del gol avversario. La vittoria ci regala il 10o posto in classifica, record nella storia Piacentina.
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È giunto il tempo di tirare le somme di questa sesta stagione sulla panchina del Piacenza. Partiti per raggiungere la salvezza abbiamo chiuso comodamente a metà classifica senza aver mai dovuto veramente lottare per evitare la retrocessione. Un successo.
Non abbiamo fatto mai mancare il divertimento talvolta esagerando con la propensione offensiva e trascurando la parte difensiva. Il tutto aveva come finalità l'obiettivo da raggiungere per cui ci dobbiamo ritenere soddisfatti.
Analizzando le prestazioni dei singoli va sottolineato l'apporto fondamentale di Gabbiadini, non solo a livello realizzativo, e del solito Maita leader indiscusso.
Si è ripetuto sugli stessi livelli dell'anno scorso Melegoni, votato dai tifosi come preferito, così come non ha deluso le attese Borrelli che dopo il rodaggio iniziale ha iniziato a produrre come ci si aspettava. Ultima menzione per Sala, leader degli assist e insostituibile uomo a tutta fascia.
C'è infine da ricordare il riconoscimento personale ricevuto da Alastra inserito nella Top11 della Serie A in qualità di miglior portiere del torneo.
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La squadra primavera ha portato a termine la rimonta qualificandosi agevolmente per i playoff dove si è dovuta però arrendere in semifinale al Bologna, laureatosi poi campione. Finale amaro anche per la Coppa Italia dove l'ultimo atto vede prevalere il Milan. L'annata non si era aperta nel migliore dei modi ma è finita comunque in maniera positiva, nonostante per quest'anno non si sia riusciti ad alzare un trofeo.